martedì 20 aprile 2010

Tutti gli errori di Fini

Il conflitto 'Berlusconi-Fini' sta monopolizzando la cronaca politica di questi giorni.

Ma, in realtà, che cosa contesta Fini al Cav?

Andiamo per ordine.

La molla (o meglio il pretesto) che ha scatenato tutto sono state le ultime elezioni regionali (ed amministrative). La tesi "bizzarra" sostenuta da Fini (e da molti quotidiani quali il Fatto e la Repubblica) è che il PDL non abbia affatto vinto le elezioni. Al contrario, queste avrebbero segnato una sconfitta per il PDL che ,sempre secondo loro, avrebbe perso molti voti (sia in percentuale che in voti assoluti) rispetto alle politice del 2008.
Addirittura ho sentito sostenere che senza la crescita della Lega queste elezioni sarebbero state una catastrofe.

Sostenere questa tesi è quantomeno pretestuoso per almeno tre motivi.

Innanzitutto è chiaro che con un astensionismo al 40% (circa 18 punti in più rispetto alle politiche) tutti i partiti perdono voti in termini assoluti (sarebbe stupefacente il contrario).

Poi perchè il richiamo del voto utile delle politiche è stato fortissimo, basti vedere quello che è successo a sinistra (PD al 33% ai danni della sinistra radicale).

In ultimo, alle regionali (oltre ai micropartitini) ci sono i listini dei candidati presidenti che, essendo nella maggior parte dei casi esponenti del partito principale della coalizione, attingono voti soprattutto da quel partito (PD o PDL per intenderci).

Senza poi contare che il PDL non ha presentato la sua lista nella provincia di Roma, la più popolosa d'Italia (oltre 4 milioni di cittadini) e quindi quei voti (andati al listino Polverini) andrebbero aggiunti al dato nazionale.

Detto questo, penso che le elezioni andrebbero giudicate non solo numericamente ma , soprattutto, politicamente. E' vero che nel nord ha trionfato la Lega ma la Casa delle Libertà ha trionfato anche nel Lazio (dove la Lega non era presente) ed ha stravinto in Campania e in Calabria. Se poi ci aggiungiamo il fortino rosso di Mantova e la provincia de L'Aquila possiamo quasi parlare di Cappotto. Che sarebbe stato alla portata del PDL, con ogni probabilità, se in Puglia avesse appoggiato la candidatura della Poli Bortone (guarda caso come chiedeva il Cav).

Chiuso il discorso elezioni analizziamo ora cosa ha chiesto Fini a Berlusconi.

Principalmente 2 cose:

1. una maggiore collegialità nelle decisioni
2. di arginare il peso politico della Lega

E' quantomeno curioso che sia Fini a parlare di collegialità nelle decisioni visto che la sua gestione da "monarca assoluto" (prima dell'MSI e poi di AN) è unanimemente riconosciuta da tutti i suoi ex compagni di partito. Basti ricordare quello che successe all'indomani della pubblicazione (da parte de Il Tempo) della conversazione (al bar) dei colonnelli di AN in cui criticavano Fini.

La verità è che Fini, dal 2007 in poi , non ne ha azzeccata una.
Penso sia inutile ricordare la frase "siamo alle comiche finali" (9 dicembre 2007). Due giorni dopo tornò sui suoi passi (con le orecchie abbassate) accettando il ruolo formale di "coofondatore".
Fini, che conosce il Cav da 17 anni, doveva sapere che con Berlusconi non possono esserci 2 capi.

Primo Errore : Dove c'è Berlusconi il capo è uno solo.

Detto questo, perchè non mettere un fedelissimo a fare il coordinatore del PDL (anzichè mettere il berlusconiano La Russa)?

All'indomani delle elezioni politiche del 2008 Fini, offuscato dalla sola ambizione personale, decise di non avere un ruolo politico ma di accettare lo scranno più alto di Montecitorio (errore doppio visto il precedente recentissimo del comunista salottiero dalla R moscia).

Perchè non decidere di fare il ministro dell'interno? (appaltato alla tanto "additata" Lega).

Oggi Fini parla di riforme, ma allora perchè non prendersi il ministero (o la delega) per le riforme? (anch'esso appaltato alla Lega).
Come può una destra moderna e riformatrice appaltare il ministero delle Riforme?

Perchè non mettere dei fedelissimi a fare i ministri, i portavoci e i capigruppo (anzichè scegliere i più berluscones di AN come Gasparri, La Russa, Matteoli...)?

E' incredibile sentire oggi Fini parlare di fallimento della politica sull'immigrazione (visto che la legge che la regola porta il nome di Legge Bossi-Fini), di diritti civili e legge 40 (che non osteggiò affatto in fase di approvazione salvo poi pentirsi e votare il referendum),di semi-presidenzialismo alla francese (lui che voto' il porcellum) ecc...ecc...

E' perfino inutile elencare tutte le sue capriole, da Mussolini giudicato "il più grande statista italiano,alla revisione del giudizio su Tremonti (definito oggi un genio visto che senza di lui avremmo fatto la fine della Grecia). Mi chiedo se è lo stesso Tremonti che fece dimettere nel secondo governo Berlusconi.

Ma si sa, la coerenza non è mai stata il suo forte.

Una volta Churchill disse queste parole "Preferisco avere ragione che essere coerente"

Peccato che Fini non possa fregiarsi nè dell'una nè dell'altra qualità...