lunedì 14 settembre 2009

La mancata lungimiranza del Cav (della serie 'errare è umano .....')

In questi giorni sono 3 i problemi che agitano le acque del Cavaliere ed è curioso notare come questi vengano tutti dai suoi storici alleati (o ex alleati) Fini, Casini e Bossi.
Andiamo con ordine.

Di Fini c'è ben poco da dire, è un problema inesistente montato dai giornali che si divertono a creare ipotetici scenari fantapolitici. Fini non andrà mai nel cosiddetto 'Grande Centro' di Casini; ormai nel suo partito non conta più niente ed è riuscito perdere anche il sostegno della maggior parte dei colonnelli di AN passati ormai a Berlusconi. Inoltre ha perso anche il sostegno della maggioranza dei suoi vecchi elettori aennini. Da presidente della Camera può fare il suo show, ma a fine legislatura rientrerà nei ranghi con le orecchie abbassate (come è già successo nel 2008 dopo la 'svolta del predellino' del Cav).

Ben più interessante è invece Casini. L'UDC è un partito residuale che al massimo può arrivare al 7-8%. Purtoppo per il Cav però l'UDC può giocarsi questa sua rendita sia a destra che a sinistra ed i sondaggi in vista delle regionali del prossimo anno danno l'UDC decisivo in molte regioni importanti e strategiche (tra cui il Lazio,il Piemonte e la Puglia). Berlusconi, che punta al 'cappotto' , non può permettersi di perdere queste 3 regioni e quindi cercherà di trattare fino alla fine (anche al costo di candidare un 'udiccino' in Piemonte). Per questo proverà (con successo) a convincere Bossi dell'assoluta necessità dell'alleanza con l'UDC invitandolo a rinunciare alla ventilata ipotesi Cota.

Per quanto riguarda la Lega invece, con il passare della legislatura il Cavaliere si sta rendendo conto di quanto 'difficile' sia il rapporto con il partito di Bossi che nonostante tutto rimane comunque il suo alleato preferito. La Lega,che nelle ultime elezioni ha riscosso un successo straordinario non solo al Nord, ha già bussato alla porta del Cavaliere chiedendo la presidenza di almeno una regione del Nord. Ovviamente questa non può essere la Lombardia, in cui c'è ormai un Governatore a vita (Formigoni) che ha acquisito un potere enorme e che vanta anche un rapporto preferenziale con i cattolici (visti i suoi lunghi trascorsi in Comunione e Liberazione). E probabilmente questa non sarà neanche il Veneto dove alla fine,con molta probabilità, verrà riconfermato Galan (che come Formigoni è benvisto all'UDC).
Compreso che non otterrà alcuna poltrona 'pesante', Bossi sta preparando la sua 'campagna d'autunno'. Ieri a Venezia ha già anticipato quelli che saranno i temi caldi, ovvero le gabbie salariali,lotta all'immigrazione e il federalismo. E di sicuro il Senatur non tornerà dal suo popolo a mani vuote.

Ora viene da chiedersi,cos'è che collega Bossi a Casini? Semplice la mancata lungimiranza del Cavaliere. Nel 1999 si presentò a Berlusconi la prima occasione per sbarazzarsi di Casini e Soci e annettersi il loro elettorato (con il quale condivideva e condivive quasi tutto). Purtoppo per lui (e per gli italiani) il Cavaliere non si spese nella campagna elettorale e il referendum abrogativo della quota proporzionale (che avrebbe significato bipartitismo e fine di tutti i problemi) non passò per un pelo (49.60% di votanti).
Come dice il proverbio? 'errare è umano'.

Poi però succede che nel 2009 qualche 'illuminato' ci riprovi a fare un pò di pulizia nel sistema politico e proponga un referendum elettorale che, in sostanza, porterebbe al bipartitismo 'di fatto'. Pensate un pò, in un solo colpo far fuori Casini (annettendosi il suo elettorato che è 'di natura' di centrodestra) e Bossi. Sul Senatur il discorso è un pò diverso, la Lega nel '99 non era il partito che è oggi, poteva ancora spendere la sua forza politica sia a destra che a sinistra (vi ricordate D'Alema che arrivo' a definirla una costola della sinistra?). In più un maggioritario puro non l'avrebbe sfavorita più di tanto visto l'enorme forza che aveva (ed ha) nei collegi del Nord. La Lega del 2009 invece è tutt'altro partito, sempre fortissimo, ma ormai può giocare le sue carte solo nel campo di centrodestra. Questo significa che in un eventuale bipartitismo i suoi voti travaserebbero tutti su Berlusconi che, per di più ,è benvoluto dall'elettorato leghista.
Cosa fa Berlusconi?
Beh,per paura della crisi di governo, affossa il referendum dimostrando un'inaspettata cecità e mancanza di lungimiranza.
Oggi si merita tutti i problemi politici che i suoi gli stanno creando.
Come dice il proverbio? 'errare è umano, perseverare è diabolico'

Vorrei concludere l'analisi con queste parole : "Il più grande merito politico di Berlusconi è stato di aver fatto nascere il bipolarismo in Italia, il più grosso demerito è stato di aver ucciso sul nascere il bipartitismo"

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